GENERAZIONE DI FIORI
L’acqua arrivò veloce
nel silenzio dell’alba.
Mulinò le sue braccia di morte
in una stretta fredda alla gola
di una città addormentata
la percosse con un colpo di maglio grigio
l’avvolse come un topo il pitone
e poi la lasciò.
Spogliata
Sporcata
Violata
La mollò sola con un figlio di fango
che non aveva più madri da piangere
nè sorrisi da vendere
sui carri imbanditi di San Lorenzo.
Solo i riccioli sporchi degli angeli
chiamati a raccolta da un dio distratto
che aveva salvato i gioielli degli orafi
e annegato i cavalli del parco
la aiutarono a rialzarsi
senza nemmeno chiederle il come.
La ripulirono con gli stracci
delle mani e degli occhi,
innamorati della vita e dell’arte
che non è paradigma ma mirabile essenza
e le sorrisero di un sole inventato
con la folle lucidità
di una generazione di fiori.