Clash a Firenze, la tregua prima della tempesta.
Due radio, l’un contro l’altra armate.
Anno 1981
Controradio. La radio dell’ex movimento, degli ex extraparlamentari, degli ex ribelli. La radio degli ex. Dovremmo cambiarle il nome da Controradio a Radio Ex. Ma noi ci teniamo ad essere contro. L’unica cosa che ci rimane. Dovevamo cambiare il mondo, almeno facciamo in modo che il mondo non ci cambi il nome.
Particolare caratterizzante. Non abbiamo una lira. Lavoriamo gratis. E nessuno che ci dia una mano, magari con una lira dentro.
Centofiori. La radio del potentissimo Partito. Il PCI. Governa Firenze e la Toscana. Una regione rossa. Ai ragazzi di partito, prima che diventino grandi e quindi vengano inseriti nella gioiosa macchina da guerra, è consentito giocare un po’. Facendo militanza, gratuita, nella radio di partito. Così si svagano e imparano il mestiere. Che non è fare il dj, ma propagandare la giusta linea del partito.
L’unica cosa che ci accomuna, è che nessuno prende una lira. Per il resto, noi si sta in via dell’orto, San Frediano piena, una stradina tutta buche e pianti a macchie d’olio, quelle del meccanico e del trombaio che hanno le loro botteghe intorno a noi e al fornaio. Loro invece stanno in via Madonna della Pace, una tranquilla traversa in mezzo al verde del Viale dei Colli Alti, a un chilometro in linea d’aria e un anno luce in linea di quartiere da noi. Noi si sta in un garage, loro in una signorile palazzina.
E ci fanno anche la guerra! Cioè, la guerra gliela vorremmo fare noi, ma al massimo potremmo fare guerriglia, come in Vietnam. Purtroppo, non abbiamo molto dei vietcong, se non la rabbia. L’Arno non è il Mekong e la nostra Cina è lontana quanto l’eco degli ultimi slogan urlati in piazza.
Che guerra? La guerra dei concerti. Siamo partiti un po’ male, loro hanno fatto Patty Smith allo stadio, 80.000 biglietti. Noi gli Sniff alla Flog, 200 biglietti. Ma stiamo cercando di recuperare. Come ci ha insegnato Ho Chi Min, sfruttiamo le occasioni che la giungla dello show business ci riserva.
Loro fanno i Grandi Concerti del Grandi Cantautori alle Grandi Feste dell’Unità. E noi? Raccogliamo gruppi marginali come i loro stessi generi. Country, Fingerpicking, Jazz, Blues…e poi abbiamo i nostri Eroi. Il rock italiano con la triade Neon-Diaframma-Litfiba, il rock demenziale di Skiantos e Sniff, la musica elettronica, quella medievale, il folk irlandese e il rock francese. Quasi sempre usiamo un vecchio teatro tenda cadente e scadente che sta in periferia, di fronte alla Rai, sull’Arno.
Loro meno di 5000 biglietti non li vendono mai. Noi a 500 è grassa se ci si arriva. Sembrerebbe non ci fosse partita.
E invece no. in una ventata di follia, abbiamo offerto loro una tregua. Sulle prime ci hanno guardato come gli americani potrebbero aver squadrato un vietcong sporco e bagnato che bussasse con una bandiera bianca alle porte della base di Da Nang con una proposta di pace. Poi però, complice il fatto che in fin dei conti siamo tutti ragazzi e di sinistra, che nessuno piglia una lira e che a tutte e due le radio “ci piace il Rock”, ci siamo messi a sedere. E ci siamo detti: “perché ‘un si fa insieme i Clesc?”
E’ cominciata proprio così….
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